Catabbio

Catabbio e' un piccolo paese, ma di tempi antichi: ora appartiene al Comune di Semproniano, dal quale dista 5 km., ma in pochi minuti si raggiunge Saturnia e le acque delle sua Terme.

 

Il vocabolo latino Catabulum, cioe' luogo riservato alle bestie bovine, stava ad indicare il poggio panoramico chiamato oggi Catabbiaccio, ovvero castello rovinato, sito di un insediamento romano, poi di un castello aldobrandesco ed infine di una villa vescovile.

 

Gia' nell'anno 1208 era legato alla Mensa Vescovile di Sovana e piu' Vescovi hanno dimorato nella tenuta di Catabbio. Nasce proprio in quei tempi la Leggenda de la Gazza e l'Anello del Vescovo, che narra la seguente storia:

 

Nella stagione estiva,per evitare la gran calura di Sovana, i Vescovi dimoravano nella loro villa di Catabbio, posto su un poggio fresco e abbastanza prossimo alla citta'. In un'epoca imprecisata, uno si questi Presuli, al mattino, appena levato dal letto, aveva l'abitudine di spalancare la finestra per respirare a pieni polmoni l'aria salutare di quei boschi. Un mattino, mentre si lavava, si era tolto l'anello pastorale dal dito e l'aveva posato sul davanzale della finestra. Improvvisamente una gazza, attratta dalla lucentezza dell'oggetto, scese sulla finestra e in men che non si dica raccolse col suo becco l'anello e volo' su un pianta poco distante. Accortosi dell'accaduto il Vescovo termino' velocemente la sua toeletta, usci' fuori tentando di richiamare l'uccello al dovere della restituzione. Tutto fu inutile. La gazza, spaventata dai movimenti e dalle voci della servitu' accorsi in aiuto al padrone, se ne volo' lontana, sorvolando il fitto bosco. Allora il Vescovo, quasi imprecando alla voracita' dell'astuto animale, sali' nella cappella e preso il rituale recito' la formula deprecatoria contro gli animali nocivi chiedendone la distruzione e l'allontanamento. La preghiera, recitata di cuore, venne esaudita. La tradizione assicura che mai piu' alcuna gazza fu vista nel territorio di Catabbio.